TOR DI VALLE: CAPOLINEA. SI SCENDE!

Il documento del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica del Comune di Roma, reso noto dal quotidiano “La Repubblica”, evidenzia la non disponibilità dei terreni di Tor di Valle in quanto sottoposti ad ipoteca: un'area agricola su cui riversare 650.000 metri cubi di cemento fresco per finalità di pura speculazione.

Sull'affare del Business Park (con annessa la pertinenza stadio) dovrebbe finalmente calare il sipario.

Rifondazione Comunista dalla fine del 2013 denuncia lo scempio previsto nel progetto, un eco-mostro, ed assieme al Comitato Difendiamo Tor di Valle dal cemento, al Comitato Pendolari Roma Ostia, Italia Nostra e molti altri soggetti ha organizzato la resistenza sia sul territorio sia in Consiglio comunale.

Tutti i tentativi della Raggi e della sua giunta, e prima di Marino/Caudo, di compiacere palazzinari e finanzieri, calpestando anche le regole amministrative, si sono scontrate con la realtà: Tor di Valle è il posto sbagliato per costruire un nuovo centro direzionale, di cui peraltro non c'è bisogno. Quel progetto era ed è pura speculazione e merita di finire nel cestino.

Tutta la vicenda getta un'ombra pesante sulle istituzioni (Comune e Regione) e sui partiti che le hanno amministrate: centro-destra, centro-sinistra, M5S, tutti proni ai veri poteri forti che governano la città.  Adesso la Raggi è rimasta da sola a fare la guardia al bidone.

Niente più cemento a Tor di Valle! Nell'area ora va realizzato quanto previsto dal PRG: un parco fluviale attrezzato.

Adesso l'attenzione si sta spostando su altre aree della città. Rifondazione Comunista seguirà attentamente l'evoluzione della vicenda stadio e l'individuazione di altre aree nelle periferie, pronta a contrastare ogni altro tentativo di speculazione e devastazione ambientale.

Riteniamo che vadano riutilizzate le strutture sportive già esistenti, valorizzandole, senza versare un’altra goccia di cemento.

Roma,  23 novembre 2020